Cosa tratto principalmente
Disturbi di Personalità
I disturbi di personalità sono caratterizzati da un modo di pensare, sentire e comportarsi che devia dalle aspettative della cultura di riferimento e che risulta rigido e pervasivo, ossia presente in tutti i contesti di vita della persona (lavoro, relazioni amicali, relazioni amorose, etc.). Solitamente infatti provoca angoscia e problemi relazionali e persiste nel tempo. Ogni disturbo di personalità è caratterizzato da una specifica immagine di sé (es. Di scarso valore, non amabile, intrinsecamente sbagliato come persona, etc.).
In terapia, il primo obiettivo è la comprensione condivisa tra paziente e terapeuta dei problemi riportati, per una progressiva promozione della conoscenza degli stati mentali propri ed altrui. Conoscenza e comprensione del proprio funzionamento sono condizioni indispensabili e propedeutiche per il processo di promozione del cambiamento.
Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Le persone che soffrono di Disturbo Ossessivo Compulsivo hanno pensieri, immagini mentali e sensazioni ricorrenti e indesiderate (ossessioni). In risposta ad essi, l’individuo sperimenta una spinta all’azione -fare qualcosa fisicamente o mentalmente per neutralizzare le ossessioni- vissuta come incontrollabile (compulsioni).
Gestione di ansia e attacchi di panico
L’ansia è caratterizzata da una sensazione di disagio come preoccupazione o paura e può manifestarsi con diverse intensità. Tutti hanno provato ansia nella vita: la mattina dell’esame in università, qualche ora prima di un colloquio di lavoro, il giorno del proprio matrimonio, in seguito al trasloco in una nuova città. A volte, però, l’ansia può diventare debilitante perché quasi costantemente presente. Non è detto che una forte ansia generi un disturbo da attacchi di panico, ma è importante intervenire tempestivamente per ridurre la sofferenza che ne deriva.
Le persone con disturbo di panico hanno improvvisi e ripetuti attacchi di ansia molto forte, che durano per diversi minuti. Gli attacchi di panico sono caratterizzati dalla paura di perdere il controllo, di morire o di impazzire, anche in assenza di un pericolo reale.
In questi casi, la terapia aiuta a comprendere l’origine dell’ansia e come essa funzioni, compresi i meccanismi che la mantengono e la potenziano. Vengono acquisite nuove capacità di gestione del rimuginio (pensiero ripetitivo rivolto al futuro) e dello stress, così come tecniche di rilassamento.
Trauma psicologico e PTSD
Le persone che soffrono di PTSD (Disturbo da stress post-traumatico) rivivono continuamente l’evento traumatico sotto forma di flashback/immagini/ricordi che fanno rivivere emozioni e sensazioni di quel momento come se stesse di nuovo accadendo nel presente.
Alcune esperienze traumatiche ripetute nel tempo, soprattutto se ciò avviene durante l’infanzia e l’adolescenza, possono portare allo sviluppo del cosiddetto “trauma complesso”.
Umore basso e depressione
La persona depressa ha un umore molto basso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, per un periodo di tempo abbastanza lungo (almeno due settimane, ma solitamente si tratta di mesi). La perdita di piacere ed interesse per ciò che prima era piacevole fare, e più in generale per la vita, accompagnano le giornate della persona che soffre di depressione. Alzarsi dal letto può sembrare impossibile, mangiare può diventare difficile, la stanchezza fisica e mentale hanno quasi sempre la meglio.
Dipendenza affettiva
Terapia Metacognitiva Interpersonale
Uno degli obiettivi primari consiste nel migliorare la capacità di riconoscere e comprendere ciò che scatena le nostre emozioni e i nostri pensieri che sono alla base di quei comportamenti che creano in noi vissuti di disagio nella quotidianità.
Allo stesso tempo, viene stimolata la comprensione del mondo interno altrui – ossia ciò che gli altri pensano e provano e che li spinge ad agire. Questo permette di promuovere modi nuovi di entrare in relazione, che possano alleviare le sofferenze interpersonali.
Le difficoltà legate alla comprensione del mondo psicologico proprio e altrui
Sono spesso motivo di sofferenza individuale e relazionale.
Ognuno di noi attribuisce un significato agli eventi e alle azioni degli altri e si rappresenta se stesso secondo uno “schema interpersonale”.
Lo schema aiuta le persone a prevedere ed interpretare le reazioni dell’altro ai propri bisogni. Impariamo ad agire in un determinato modo per avere determinate risposte. Quando ciò avviene in maniera rigida e inflessibile e senza tenere conto del contesto, lo schema diviene fonte di sofferenza.
Dipende dalla propria storia di vita e crea in noi aspettative ben precise.
Queste aspettative riguardano sia il modo in cui gli altri si relazioneranno a noi, sia il modo in cui reagiranno al nostro comportamento.
Esperienze negative ripetute, ad esempio, tenderanno a formare in noi aspettative negative. Utilizzare queste aspettative per prevedere o interpretare qualsiasi evento in modo rigido ed inflessibile è ciò che genera sofferenza emotiva ed interpersonale.
Paola, alla luce di ripetute esperienze vissute in passato, si aspetta di non essere amata. Ma non solo, si aspetta di essere rifiutata in risposta a qualsiasi richiesta di vicinanza affettiva. Paola tende quindi a non manifestare apertamente il proprio desiderio di ricevere affetto e amore. Al contrario, guidata dalle sue aspettative negative riguardo la risposta delle altre persone, si comporta spesso in modo irritato e scostante.
Si formano in questo modo dei cicli interpersonali che causano enorme sofferenza emotiva. Inoltre, l’immagine negativa che Paola ha di sé legata alla previsione “Se chiedo amore, l’altro mi rifiuterà. Non sono una persona degna di amore”, viene confermata e rinforzata.
Imparare a identificare, conoscere e riconoscere i propri schemi disfunzionali alla luce della propria storia di sviluppo permette di modificarli ed imparare a gestire attraverso modalità più opportune le insoddisfazioni, i sintomi, il dolore emotivo, le relazioni.